Approccio Sistemico-relazionale
L’Approccio Sistemico Relazionale focalizza l’attenzione sul processo interattivo e comunicativo in corso tra i membri di un sistema, in cui il malessere presentato dalla persona viene letto non tanto come problema dell’individuo, ma come espressione di disagio di uno dei sistemi di appartenenza.
Viene solitamente privilegiata l’ottica familiare, ma le dinamiche disfunzionali possono collocarsi anche nel sistema coppia, nell’ambiente lavorativo, nel gruppo amicale, etc. In particolare può rivelarsi utile al presentarsi di problematiche evolutive da parte dei bambini e/o degli adolescenti.
Questa terapia è finalizzata a leggere alcuni eventi e situazioni in modo maggiormente tollerabile da un punto di vista emotivo e trovare un significato possibile a difficoltà personali e/o familiari.
Il lavoro psicoterapeutico non è dunque prettamente rivolto al trattamento del sintomo presentato ma alle situazioni relazionali che lo hanno generato.
Il fine della terapia è quello di trovare modalità relazionali diverse con i sistemi di appartenenza.
Approccio Cognitivo-Comportamentale
E’ un approccio finalizzato alla comprensione della sofferenza emotiva che ha come obiettivo quello di aumentare la conoscenza e di promuovere il cambiamento grazie alla ricostruzione della storia personale. Lo scopo è di modificare i pensieri distorti, le emozioni disfunzionali e i comportamenti disadattivi dell’individuo, producendo la riduzione e l’eliminazione del sintomo e apportando miglioramenti duraturi nel tempo.
EMDR
L’Eye Movement Desensitization and Reprocessing –EMDR- nasce come terapia elettiva per il trattamento del Disturbo Post-traumatico da Stress (PTSD). Il metodo EMDR è stato inventato nel 1987 dalla psicologa americana Francine Shapiro, e si fonda sulla constatazione che alcuni tipi di stimolazione bilaterali indotti nel paziente tendono a produrre la ripresa dell’elaborazione di materiale mnestico non altrimenti elaborato. Viene generalmente considerato uno dei trattamenti più validi per le situazioni psicopatologiche da traumi complessi, offrendo procedure specifiche e tecniche utili sia per raggiungere la necessaria stabilizzazione clinica del paziente, sia per l’elaborazione vera e propria dei ricordi traumatici e sia per l’integrazione auspicata e raggiunta nei momenti finali di una psicoterapia. L’EMDR è un approccio strutturato integrato che può essere integrato nei programmi terapeutici, qualunque sia l’orientamento teorico di colui che lo applica, aumentandone l’efficacia, e che sintetizza elementi di molte altre psicoterapie efficaci incentrate sulla persona e su tutti gli aspetti, sia quelli cognitivi ed emotivi che quelli comportamentali e neurofisiologici. Questa metodologia utilizza i movimenti oculari o altre forme di stimolazione alternata destro/sinistra, per ristabilire l’equilibrio eccitatorio/inibitorio, provocando così una migliore comunicazione tra gli emisferi cerebrali. Si basa su un processo neurofisiologico naturale, legato all’elaborazione accelerata dell’informazione (Fernandez, Maslovaric, Galvagni, 2011).
L’EMDR vede la patologia come informazione immagazzinata in modo non funzionale, e si basa sull’ipotesi che c’è una componente fisiologica in ogni disturbo o disagio psicologico.
Psicoterapia Sensomotoria
La Psicoterapia Sensomotoria è un approccio integrato ai disturbi post-traumatici e alla psicoterapia in generale sviluppato negli anni’80.
Questo approccio viene inserito in un quadro teoretico che utilizza i contributi della psicoterapia psicodinamica e cognitivo-comportamentale, nonché le attuali ricerche sulle neuroscienze, la teoria dell’attaccamento e la dissociazione, con particolare riferimento ai lavori pionieristici di Janet (1919), e ai contributi recenti di Nijenhuis (2004), Steele e Van derHart (2009) e Schore (2003).
Nella pratica clinica della Psicoterapia Sensomotoria viene riservata una marcata attenzione alla consapevolezza e ai movimenti corporei, a come aiutare i pazienti a diventare consapevoli dei loro corpi, ad insegnare loro a seguire le loro sensazioni fisiche e ad implementare azioni fisiche che promuovono l’autostima e la competenza.
All’interno della terapia, la psicoterapia sensomotoria fornisce un approccio mente-corpo fortemente unificato, senza che alcuna dimensione dell’esperienza umana venga pregiudizialmente trascurata dall’agire clinico. In questo processo il terapeuta aiuta il paziente a diventare curioso e interessato al modo in cui le risposte corporee del passato continuano a presentare la loro influenza nel contesto del tempo presente, e a come cambiare queste risposte per consentire un funzionamento più flessibile e adattivo nel presente e nelle proiezioni verso il futuro.
Dissociazione strutturale
Secondo la teoria della Dissociazione Strutturale di Van der Hart, il funzionamento della personalità viene compreso individuando diverse parti del sé, in grado di rispondere a differenti situazioni e stimoli ambientali. Nell’approfondimento del funzionamento generale del paziente, questa cornice prevede l’individuazione di parti del sé più adulte e sviluppate sul profilo cognitivo, emotivo e comportamentale, che permettono cioè alla persona di portare avanti la propria vita in modo abbastanza efficace e soddisfacente, e di parti bambine e meno sviluppate dal punto di vista cognitivo, che portano cioè la persona a sentire le proprie emozioni in modo dirompente e a manifestarle con comportamenti spesso dannosi, per sé o per gli altri, o comunque poco efficaci nel soddisfare i bisogni affettivi che le generano.
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